1. |
Nottemadre I
03:21
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Che prepotente ch’é il verde
appena sopra gli altoforni
la strada bianca un cavo elettrico e nervoso
si inchinano i cespugli al mio passaggio
le spine dei roseti senza fiori
mi bramano le gambe
mi tremano le gambe
E dopo é tutta roccia
si allargano le foglie
si apre una foresta impazzita di rugiada e umidità
L’ACCIAO SE LA SCOPA E DI CHE TINTA.
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2. |
Nottemadre II
01:05
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E gli operai del turno zero
badavano soltanto a tenersi ad ogni costo il sangue tutto dentro
i cavalieri del lavoro non erano mai stanchi
della Sardegna commerciale
della tredicesima
del derby
del pane
e del maiale.
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3. |
Miranda 0.2
02:56
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Nessuna vertigine da qui
per le tue altezze misurabili a occhio nudo
per me che sono raggiungibile anche a piedi
anche senza scarpe
Alzati che si sta alzando
Tua Madre
Alzati che si sta alzando il livello del fiume
alzati che si sta alzando la voce dell’inceneritore
alzati che mi sto alzando anch’io
Continueremo a fabbricare lenti
finché ci prenderanno per esseri vedenti
potresti passarci la notte lo so
ad elencare le controindicazioni del Capricorno
Alzati che si sta alzando
Tua Madre
Alzati che si sta alzando il livello del fiume
alzati che si sta alzando la voce dell’inceneritore
alzati che mi sto alzando anch’io.
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4. |
Noie
02:16
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E come faccio a non adorarle le mie noie
che non si sono mai spente
Come faccio a non desiderarle le mie noie
anche se mi deridono sempre
E come faccio a non cercarle le mie noie
che non mi chiedono mai niente...CHE MI STUPISCONO SEMPRE
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5. |
Acciai
02:34
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Ed io che ho sempre osservato l’orizzonte
credendo che avesse il suo inizio
dalla mia stupida fronte
Ma qui da noi
le rocce muoiono
prosperano gli acciai
sono sfinite e consumate le rocce
fioriscono gli acciai
al tramonto s’arrossano le pietre
albeggiano gli acciai
si sgretolano e se ne infischiano le rocce
ci fottono gli acciai
Ed ogni volta che mi fido del mondo
io poi lo guardo dal fondo
CI MANOVRERANNO
perché un mistero noi non ce l’abbiamo più
quindi me lo confermi tu
che posso dirmi tra i vivi
solo se faccio parte col sorriso
di questa nuova età dell’oro... e degli aperitivi
Ma qui da noi
le rocce muoiono
prosperano gli acciai
sono sfinite e consumate le rocce
fioriscono gli acciai
al tramonto s’arrossano le pietre
albeggiano gli acciai
l’acqua incazzata ci rovina le rocce
ci lucida gli acciai
si sgretolano e se ne infischiano le rocce
ci fottono gli acciai.
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6. |
San Giovanni (Basso)
03:38
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Madre li avevi per caso nascosti tu i nostri giorni migliori?
No perché la voglia di accasciarsi è sempre li da qualche parte
E’ lì che resta intatta
Laura io ti ho amata così poco
Da non sentirmi mai in svantaggio
Perché l’amore vero
Era una lunghissima paura che non ti lasciava mai
E cosa dovrebbe fare uno come me
Ora che la distruzione non va più di moda?
Una nuova catastrofe arriverà
A togliermi le castagne dal fuoco, a tirarmi più in là
Ok la vita la guardo dalla finestra
Ma non sono l’occhio che guarda
Sono la finestra
Facevamo bene noi a sputare tanto
Prima o poi ci avremmo affogato il mondo
Vallo a sapere che ci saremmo
Prosciugati così presto
Che abbiamo preso a schiaffi i nostri migliori conoscenti
Solo per vedergli il segno rosso delle dita
Sulle guance e i pianti trattenuti e il sangue in mezzo ai denti
Poi abbiamo invece preso schiaffi dai soldati
Perché oramai i nostri pochi grammi di fumo
Li avevamo nei polmoni
Li avevamo fumati.
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7. |
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Ecco il perché del mio odio per me
sono così stanco di dover piacere sempre tanto
è una fatica immane
non ne valgo la pena
potete farne a meno con facilità
NONAVETEMAIVOGLIADINIENTENONAVETEMAIVOGLIADINIENTE
Ecco il perché del mio odio per te
mi chiami, sei un cane che annusa il pericolo, stai per tirarti un colpo in testa
ti scrivo cose bellissime, ti tiro su
e tu non t’ammazzi più...e non mi cerchi più
NONAVETEMAIVOGLIADINIENTENONAVETEMAIVOGLIADINIENTE
Ecco il perché del mio odio per me
mi spingo a scrivere canzoni
poi di musica e di non saperla suonare ne ho pieni i coglioni
che mi dovreste implorare anche se non so cantare
anche se non so cantare
NONAVETEMAIVOGLIADINIENTENONAVETEMAIVOGLIADINIENTE
E allora VAFFANCULO io mi sfracello in una discoteca
colazione al bar la mattina presto
a bestemmiare di una squadra che non vince mai e del suo nuovo acquisto
e a filosofare con uno
che ascolta solo Frank Zappa e Dream Theatre
seduto ormai da troppo tempo
con la mano pronta nei calzoni
ad aspettare il prossimo album dei xxxx
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8. |
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NO!!!
Ma che ne so io di chi li ha inventati i palazzi dei quartieri che poi calpestiamo
OH!!!
E questa primavera, quest’odore di notte immacolata e di oleandri
è così tiepido il vento
mancherebbe la pioggia in realtà
ed il profumo di asfalto evaporato
per essere perfetto come luogo comune
ma sono stato lontano
e tu mi dirai che ti sono mancato anche se non è vero
sono stupido io mi contento di poco
dai che la notte schiarisce sta per finire
le acciaierie scatarrano nuvole buone le vedo da qui
NON LA CAPIRAI MAI LA SOLITUDINE COSMICA
DI UN UBRIACO DI TE
NON LA CAPIRAI MAI LA MIA ATTITUDINE COMICA
SONO UBRIACO DI TE
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9. |
Miranda 0.1
03:31
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Il sonno della ragione genera mostri
il sonno della mia farà fuggire i vostri
e solo perché costruisci gallerie
tu pensi di sapertele chiavare le montagne
con le ferrovie?
E invece la canzone che mi incatena a te dura così poco
non arriva a tre minuti
tuttavia con il giusto delay
potrei protrarne il finale all’infinito....
Chissà se poi tutte le strade da quassù
conducono a un burrone
ma di certo io non sono qui
per una cosa imbarazzante come il fresco
a dirla tutta l’afa la sopporto pure bene
ma è il calcare appena vado via dalla città
che mi sconvolge di stupore
Sapessi il bene e il male che mi fa
che per tornare
come sempre mi dovrò sporcare
che per tornare giù
mi toccherà barare
magari in queste altezze cerco proprio te
forse da qui ti eguaglio bene la bellezza
e se è vero che l’altezza
fa metà della bellezza
adesso a me manca solo l’altra mezza
MIRANDA!!!
Non son venuto fin quassù a cercare me
sarebbe stato troppo prevedibile.
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10. |
San Giovanni (Alto)
03:22
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Ed io la devo a Franco (Maraldi) e lui
alla sua dipendenza
la cultura musicale
ed anche se questa città avvelenata quasi tutta non sa chi sia
per me è stato un altro Messia
nessuno è più pronto alla guerra di chi non sa lottare
quindi potevamo solo scappare per l’ultimo di carnevale
Facevate bene voi a rubare tanto
in ogni caso prima o poi vi avrebbero riconosciuto
Facevate bene voi a bruciare tanto
e noi con la tosse delle pulci sapevamo farci un frastuono
(LIBERTA’ PER ENRICO/ MORFINA MADRE MIA SCACCIA SCACCIA LA PAZZIA SCACCIA VIA LA POLIZIA/ SPARA YURI/ SCEMO CHI LEGGE)
Dove saranno andati a finire i miei meravigliosi fuorilegge?
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11. |
A fine infinito
03:22
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Lo benediremo un giorno
questo stato di immobile uguaglianza
che ci fa bagnare gli occhi,
simpatizzare più con la fine,
che con l’infinito
la malediremo anzi
la totale perdita di infinito
e adesso che torno al disegno,
t’immagino di nuovo
solo che non lo dovrei fare.
solo che poi vivo male.
Non mi interessa
come sarà la mia giornata
vorrei solo poter rendere terribile quella di qualcun altro
cosa ci sarà 24 ore dopo la fine di questa eternità?
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12. |
E' sempre mai
04:09
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Davanti ai vortici del NERA
e al ferro vecchio che minaccia le canoe
siamo 100 pecore che si spartiscono i giorni
perché non c’è mai stato a disposizione
quel famoso giorno da Leone
Ma allora è vero che il tempo non esiste
per questo niente breve
SAREMO SEMPRE
SAREMO MAI.
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UTO Terni, Italy
Fabio Speranza
Voce/testi
Giorgio Speranza
Piano, sintetizzatori, chitarra
Tiziano
Vincenzi
Chitarra
Enrico Guacci
Basso, sintetizzatori
Pietro Speranza
Chitarra acustica
Mirko Brizzi
Batteria
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